Il secondo volume di “Diari di un archeologo” viene pubblicato dopo il successo del primo.
L’idea è quella di una collana nella collana della Giambra Editori, nella quale accogliere i contributi degli archeologi che conducono le loro ricerche nei propri territori. È quindi un’occasione preziosa di confronto, divulgazione e aggiornamento, senza la quale molti studi rischierebbero di restare trascurati, isolati o peggio ancora messi da parte in attesa di miglior sorte.
I temi presentati nei contributi sono legati all’archeologia e al territorio; un lettore attento potrebbe notare la mancanza di uniformità nell’applicazione delle norme redazionali in ogni articolo: ciò è voluto intenzionalmente poiché lascia ad ogni contributo una stesura del tutto indipendente e non “costretta” all’interno di un rigido formato prestabilito, proprio come l’idea mutuata dalla compilazione delle annotazioni di un diario.