“Vitti 'na crozza” è una canzone che nasconde una drammatica storia di sofferenza e ingiustizia. Il protagonista è un teschio che chiede una degna sepoltura, dopo essere morto senza il conforto della fede e aver subito lo sfruttamento e gli abusi dei padroni. Il saggio, ricco di fonti documentarie e testimonianze orali rivela, per la prima volta nella storia della canzone, chi ha composto il testo. Il giornalista e scrittore Giuseppe Lo Bianco scrive nella sua prefazione al saggio: […] Questo testo che vi accingete a leggere è un risarcimento: alle urla disperate di un popolo di minatori oppresso, e agli ignoti e inconsapevoli autori di una canzone simbolo della Sicilia nel mondo. […] il libro di Sara Favarò restituisce a ciascun Cesare ciò che è suo, autore, interprete, compositore che sia. E restituisce alla voce canora della Sicilia più conosciuta al mondo la sua vera anima di dolore, disperazione e morte, assai lontana dalle note spensierate del motivetto portato al successo dal mercato. E’ un lavoro necessario di memoria storica, ma anche un monito a noi tutti: per ricordarci che a volte le luccicanti apparenze (e le fameliche esigenze) del business artistico riescono a cancellare nella percezione collettiva anni di prepotenze, oppressioni e sopraffazioni, trasformando un testo (e un sentimento) di disperazione e denuncia, così come rappresentato nel film di Germi, […] in un narcotico tranquillante della coscienza, incomprensibile ai più e buono solo per farsi quattro risate. In fondo questo libro è un risarcimento anche per lui.