Mediante la propria consapevolezza Ruggiero ci rappresenta sì le verità esistenziali, etiche e cognitive, con adeguate immagini e metafore varie. Ma al tempo stesso egli, come attore-poeta, si nasconde, si allontana dai contenuti stessi, e riemerge nel mistero dei suoi versi. Un mistero che si pone senza alcuna arroganza o velleità moralistica. Un mistero che insegna soprattutto a definire la vita nella sua vera identità: la polarità degli opposti, ovvero dell’immanente e del trascendente. Quindi, un mistero che insegna ad accettare e ad affrontare la vita anche nella sua negatività. Un’accettazione pacata, però, che sa di denuncia. Una denuncia latente che senza alcuna presunzione si rivolge a quelle che sono le più grandi piaghe dell’umanità: l’ipocrisia e la violenza.